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martedì 9 settembre 2014

Talismani e Amuleti nella tradizione dell'entroterra ligure


Per due giorni ci siamo rifugiati in campagna. 
Questo è il periodo delle foglie dai toni cangianti
Il verde, presto, lascerà il posto all'acceso rosso autunnale.
Il periodo del Granaiò, della mietitura è passato. Ora lo Spirito del Tralcio comincerà a far visita alle cantine.

Vivendo a stretto contatto con la vita contadina, con gli abitanti del piccolo paese, si è parlato del tempo passato.
La sera, seduti a tavola, si intessevano racconti riguardanti cibo, boschi, semina e tradizioni.

Davanti ad un piatto di verdure dell'orto, cotte alla brace, le donne parlavano di una certa "Rusinn-a dai cavelli gianchi".

Questa signora, confezionava, anni or sono, talismani ed amuleti, aiutando così le persone del paese e dei paesi vicini.

Chiesi così, presa da curiosità, la differenza tra amuleto ed il talismano.

Marisa prese la parola, rispondendomi  con aria contrita, come se il mio "non sapere" l'avesse offesa.

Talismani e amuleti sono due cose totalmente differenti, disse. Il talismano è un manufatto, lavorato a mano, spesso dagli uomini (maschi) con uno scopo ben preciso. 
Questo deve essere lavorato solo per uno scopo, ad esempio per rendere fertile una coppia, o per rendere semplice il parto.

Solitamente i talismani sono oggetti naturali (pietra o legno) dove si imprimono segni (come la croce o il pantacolo, in genovese) che possano aiutare il soggetto a cui è destinato l'oggetto.

Rusinn-a, secondo i racconti di nonna e delle altre donne del paese, confezionava talismani seguendo date specifiche. Sembra seguisse i giorni della settimana, il ciclo lunare e quello solare ed i giorni del mese

L'amuleto al contrario, continuò Marisa, è un piccolo oggetto atto a proteggere e portare fortuna. 

Questo preserva da qualsiasi malattia o influsso maligno. L'amuleto, inoltre, si trova in natura, ed a differenza del talismano non deve essere assolutamente lavorato dall'uomo.

Ancora nella modernità dei nostri giorni, nell'entroterra ligure, chi trova una pelle di serpente la conserva in casa, proprio dietro l'uscio.

Seduti a tavola, gli anziani, cominciarono ad elencare quelli che erano i più comuni amuleti porta fortuna.

Il corno di bue, cominciò Luciano, tenuto sulla porta della stalla preserva gli animali da malattie e furti.

Il ferro di cavallo, collocato fuori dalla porta di casa, terrebbe fuori dall'abitazione il malocchio.

La falce girata con la punta in giù tagliava le malelingue sulla cattiva reputazione.

Il quadrifoglio, se trovato, veniva raccolto, non prima di aver recitato una cantilena e conservato sotto il materasso, proteggeva l'amore coniugale e la salute. Sembra allontani anche le malelingue.

Trifoggiu, trifoggiu,
se ti me daiè u quadrifoggiu 
a furtunn-a a ricadià in sciu me troggiu

Se si trovava un grillo morto, vicino alla casa dove viveva una persona malata, entro tre giorni questa sarebbe morta. Se, al contrario, lo si trovava vivo sulla finestra della camera dove vi era la persona malata, questa sarebbe guarita nel tempo di una lunazione.

Una spina di rosa, trovata da una ragazza in età da marito, doveva essere conservata fino al matrimonio. 
Cucita poi nell'orlo del vestito da sposa, proteggeva la giovane dall'invidia e dalle malelingue che colpivano il matrimonio.

La foglia di felce, raccolta all'alba del giorno di san Giovanni, assicurava benessere e felicità.

La pietra bucata così come il legno o l'osso proteggerebbero dalle disgrazie.

La malva (marva in ligure) proteggeva dal malocchio ed era una potentissima scacciabazùe o strìe.
Il fiore, conservato all'interno di una foglia, attaccato con un chiodino di ferro ad un pezzetto di legno di ulivo, il tutto appeso al collo, proteggeva dai malefici atti a portare sciagure e morte.

Nonna raccontò, che Rusinn-a, confezionava per i bambini, dei braccialetti, con la pelle di serpente (biscia). I braccialetti aiutavano a sconfiggere e scacciare qualunque malanno.




Immagini/Fonti

L'immagine è una foto personale

Tutto ciò che viene riportato nel racconto è frutto di interviste nei paesi dell'entroterra ligure.






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