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sabato 4 gennaio 2014

Tradizioni liguri riguardanti Gnomi e Folletti...


Eccoci nuovamente qui, in città. I giorni campagnoli sono finiti. La Befana, vecchina gentile che accompagna il re Inverno, quest' anno la aspetteremo qui.


Siamo arrivati dalla campagna un paio di giorni fa ed appena entrati a casa, recandoci in cucina ci siamo subito accorti che alcune briciole erano sparse sul pavimento, in grandi quantità, in alcuni angoli, sotto la trave della finestra e della porta.

Igraine che per prima ha ispezionato con i suoi lunghi baffi da generale il pavimento, ha fatto si che scoprissimo anche un poco di farina sotto la porticina della dispensina della cucina.
In un secondo momento, notammo la casa dello gnomo spostata, da sopra la grande trave in legno della porta.

Sicuramente molti di voi troveranno soluzioni "normali" per questi segni. Topolini? Formiche? Per la casetta spostata, scossa di terremoto?
Beh. Formiche con questo tempo freddo e con la pioggia fitta che imperversa da oramai più giorni non ve ne è traccia, topolini non penso ve ne siano visto tutte le finestre chiuse ed anche perchè nessuna traccia ne è rimasta. Non mi sono giunte poi notizie di terremoti in zona...


Mi tornano alla mente però, fole che mio nonno raccontava la sera mentre seduto al grande tavolo di legno giocava la sua partita al solitario.

Diceva che molte case erano custodite da Gnomi e Folletti, che quasi mai comparivano alla vista dell' uomo ma lasciavano segni della loro presenza. Parlava di briciole di pane e di farina in determinati punti delle grandi cucine che nei tempi antichi ospitavano anche il grande letto che il più delle volte era l' unico ad ospitare tutta una famiglia.

Mio papà soleva portarmi nei boschi per raccontarmi tutto ciò che c'era da sapere sul mondo del piccolo popolo, chiamato anche popolo del crepuscolo.


Vi racconterò un pò di cose che sicuramente molti di voi reputeranno solo fole raccontate per far stare buoni i bambini, ma in cuor mio vi posso dire che non è così.
Se vi recherete in un bosco e troverete alberi secolari, Castagni, Faggi o Querce, non dovrete fare altro che fermarti ed osservare.

Se avrete occhio e un po' di fortuna noterete una folta vegetazione di Muschi e Licheni, magari anche qualche funghetto.
Se sarete ancora più attenti noterete alla base degli alberi, tra le radici, coperte dai muschi, delle piccolissime insenature, quasi come fossero piccole porticine.

Se le vedrete sarete fortunati perchè quelle sono le case degli Gnomi. Potrete, se vorrete, lasciare del pane o un pezzo di formaggio, chi lo avesse con se, del latte.

L'entrata della casa è sempre alla base di un albero, spesso vecchio, forte e saggio..

La tradizione narra che gli Gnomi se colti da occhi indiscreti, si trasformino seduta stante in piccoli funghi in modo da non essere riconosciuti dall'uomo. Quante volte andando nei boschi ci si imbatte in piccoli funghetti rossi o violacei...


Alcuni Gnomi vivono anche in vecchie case, trovando alloggio in antiche travi o antri dei muri in pietra.

Parlando di piante amate da Gnomi e Folletti, non si può non citare il Farfaraccio, che questi userebbero come ombrello, per ripararsi dalla pioggia, da qui il nome dialettale della pianta "U cappelin du boscu".

Poi la Felce, pianta magica, pianta dei tesori, che fiorirebbe la notte del Solstizio d'Estate (San Giovanni) segnando così il punto esatto dove scavare per trovare tesori. Secondo le favole di paese, gli Gnomi, riuscivano a trovare l'oro proprio aspettando la fioritura di questa pianta.

La notte di santa Lucia è una delle sette notti magiche. E si dice che il giorno cresca quanto il pigolare di un gallo. In questa notte gli Gnomi fanno visita alle case e se si lascia un po' di latte sulla tavola questi per ringraziare lasceranno una moneta. Mio nonno, come già scrissi in un precedente articolo, al crepuscolo del giorno di santa Lucia, si sedeva all'entrata della stalla ed aspettava gli abitanti del piccolo popolo, portando loro come doni una scodella di latte appena munto e una focaccia appena sfornata. 


Sempre in questo giorno, se tirava vento e pioveva si diceva che il Servan (folletto dei nostri boschi) entrasse nelle case e tenesse compagnia alle ragazze non ancora maritate. 


Vi è anche una leggenda che trova radici in tempi oramai dimenticati, riguardante un folletto chiamato Mandragorino. Questo nome deriverebbe proprio dalla Mandragora, in quanto come molti di voi sapranno, questa potente pianta, stando alle dicerie, trovava terreno fertile sotto i patiboli degli impiccati. Ebbene questo Folletto sembrava trovasse dimora proprio sotto i patiboli, divertendosi a scavare lunghe gallerie nel terreno che, sempre secondo fole, arrivavano fino alle tombe nei vecchi e piccoli cimiteri di paese. 






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