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giovedì 14 novembre 2013

Il bosco negro...


Era stata comperata da un signore di Borghetto Santo Spirito una cavalla.

Questa era docile e robusta e quindi l'uomo pensò rallegrandosi che la fortuna lo avesse baciato portandogli quella meravigliosa creatura.

In poco tempo però, l'uomo si rese conto che la fortuna si era trasformata in disgrazia, infatti le povera bestiola aveva cominciato a zoppicare talmente tanto da dover essere accompagnata nella stalla con moltissimi sforzi.
L'uomo chiamò così il veterinario ma questo dopo averla visita scrollò la testa dicendo che non vi era causa al malessere della cavalla.

Così il padrone dell'animale, amareggiato, sulla via di casa incontrò un caro amico al quale raccontò il tutto.

Questo gli disse che l'unica soluzione era quella di portare la cavalla dalla Fata del Bosco Negro, perchè questa l'avrebbe guarita solo in cambio di una teglia di farinata di ceci.

Così il giorno dopo i due amici si recarono di buon mattino dalla Fata, presso il Bosco Negro.
Questa stava seduta su un masso scrivendo segni cabalistici.

I due le porsero la farinata ma, questa, che non aveva coltello chiese almeno un temperino per poterla tagliare.

Nessuno dei due amici aveva un temperino con se e la Fata così, disse al padrone della cavalla di tornare alla stalla e che guardando sotto la zampa zoppa dell'animale lo avrebbe trovato.
Così l'uomo in poco tempo si recò alla stalla e guardando attentamente sotto lo zoccolo della bestia si accorse che vi era il temperino. L'uomo, lo tolse con cautela e la cavalla diventò forte e vigorosa più di prima.

L'uomo tornò così al bosco Negro felicissimo e pronto a ringraziare la Fata ma, questa, subito dopo aver spezzato il malocchio all'animale scomparve, lasciando i due amici soli davanti al masso. 



Fonti: 
Questo piccolo racconto fa parte del libro che porta data precedente al 1900 dal titolo "La leggenda del Burranco". di Baccio Emanuele Maineri.








M.D.L.

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